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29/11/2022

Maestra, qual è l'ultimo numero? di Valeria Bertolotti

Precocità, velocità e tante tante domande… la plusdotazione negli anni prescolari 

 

Quando si parla di studente plusdotato si è abituati a fare riferimento alla scuola primaria o secondaria, e difficilmente si pensa ai bambini della scuola dell’infanzia o a quelli ancora più piccoli. Tuttavia è possibile che, durante i primi anni di vita, i bambini con un elevato potenziale manifestino particolari doti e talenti, o peculiarità caratteriali che li distinguono dalla media dei loro coetanei, tanto da sembrare “fuori dal coro”. 

Durante la mia esperienza di insegnante presso una scuola dell’infanzia ho avuto l’occasione di toccare con mano queste peculiarità di sviluppo; relazionarsi quotidianamente con bambini e bambine particolarmente dotati dal punto di vista intellettivo è stimolante ma anche, per certi versi, faticoso. Talvolta è difficile fornire stimoli adeguati alle loro abilità o coinvolgerli in attività didattiche sfidanti, soprattutto se si considera l’esigenza di portare avanti l’intero gruppo classe. Allo stesso tempo però, spesso è sufficiente dare loro uno spazio di parola e di ascolto, dove possano sintonizzarsi con l’adulto e dare sfogo alle proprie curiosità e intuizioni. Ricordo di un bambino di 4 anni preoccupato rispetto all’età avanzata della nonna e concentrato nel calcolare quanti anni sarebbe dovuta vivere ancora per poterlo veder adulto…

 

Esistono differenti “livelli” di plusdotazione, ed essa si può tradurre in particolari attitudini che possono interessare i più svariati ambiti: dall’arte allo sport, dalla matematica alle abilità sociali, dalla musica alle capacità di lettoscrittura… 

Indipendentemente dalle differenze individuali, sono tre i segnali che contraddistinguono la plusdotazione in età prescolare: 

•   Precocità nel raggiungimento delle principali tappe evolutive

•   Velocità di apprendimento

•   Elevata curiosità che porta i bambini ad essere autodidatti, e a costruirsi un personale bagaglio di conoscenze rispetto agli ambiti di interesse 

Già dai primi mesi di vita dei bambini si possono osservare alcuni tratti caratteristici e indicativi di un’elevata intelligenza. Vediamone alcuni:

•   Dalla nascita ai 4 mesi: contatto visivo fin dai primi istanti di vita, sempre vigile e attento a ciò che succede, non ama essere lasciato solo e richiede compagnia e interazione con l’adulto

•   Dai 4 mesi ai 12 mesi: raramente mette i giochi in bocca, presta molta attenzione, conosce le routine, fa “ciao ciao” con le manine, inizia a lallare (ma-ma, pa-pa…)

•   Dai 12 ai 18 mesi: sorprendente coordinazione oculo-manuale nei giochi ad incastro e nei “fuori e dentro”, interesse per libri e puzzle per bambini più grandi, evidente interesse per lettere, numeri, libri e conversazione

•   Dai 18 ai 24 mesi: linguaggio sviluppato e corretto, elevata comprensione dei discorsi delle altre persone, capacità di memorizzazione di intere canzoni (parole e melodia), tenacia (deve far da solo e riprovarci finché non ce aha fatta) e prepotente (perde subito la pazienza con bambini che non fanno ciò che vuole), senso dell’umorismo, interesse ai sentimenti altrui, necessità di sapere il “perché”

•   Dai 2 ai 3 anni: inizia ad essere notato dalle persone al di fuori della famiglia, profondo interesse per la scrittura di lettere e numeri, tendenza a correggere l’adulto, memoria per promesse fatte e non mantenute, capricci se viene “mandato all’aria” qualcosa che stava per completare, lettura di prime parole (etichette, segnali stradali, nomi dei famigliari..)

•   Dai 3 ai 4 anni: parla tantissimo e pone moltissime domande, prepotente, creativo, astuto, abile al PC, sempre più interessato ai libri e desideroso di trovare risposte alle curiosità

•   Dai 4 ai 5 anni: molti iniziano a leggere da soli semplici libri, si interrogano sul senso della vita/religione/questioni etiche ed ambientali, lessico e memoria eccellenti, estrema abilità nell’uso di PC e videogame 

 

Facendo riferimento al contesto scolastico, in un’ottica inclusiva riuscire a identificare le particolari caratteristiche di apprendimento ed i bisogni socio-emotivi di questi bambini sarebbe di grande aiuto per l’intero gruppo classe; ciascun alunno potrebbe beneficiare di un approccio educativo ritagliato su misura rispetto alle esigenze di ognuno. Gli alunni che si sentono attivamente coinvolti nel processo di apprendimento sono infatti meno propensi a sviluppare difficoltà di attenzione e comportamenti inappropriati, frequentano più volentieri la scuola e si sentono maggiormente competenti. Così come i bambini con difficoltà di apprendimento beneficiano di programmi facilitati e un ritmo lento e ripetitivo, i bambini con elevate abilità cognitive necessitano di stimolazioni adeguate alle loro capacità e di proposte sfidanti.

 

 

Riferimenti:

Dai lavori di Deborah Ruf

https://mcgt.net/preschool-behaviors-in-gifted-children 

https://fivelevelsofgifted.com/2022/08/22/early-childhood-screening-for-giftedness/ 

 

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