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11/1/2021

IL MIO VIAGGIO NEL MONDO DELLA PLUSDOTAZIONE

 

Il Prof. Steven Pfeiffer è uno dei massimi esperti internazionali nell’ambito della giftedness. Da molti anni studia i bisogni socio-emotivi dei bambini e dei ragazzi gifted e di talento. È Professore Emerito presso la Florida State University, dove ha ricoperto il ruolo di Direttore della Formazione Clinica. È autore di oltre 200 articoli e capitoli di libri, ed è l'ideatore principale delle Gifted Rating Scales (GRS e GRSTM2), pubblicate per la prima volta nel 2003 e revisionate e ri-standardizzate nel 2021 da MHS (http://info.mhs.com/grsinfo).  Abbiamo il privilegio di averlo come mentore e supervisore del nostro Team ad ArtemisLab; nel corso degli anni il costante confronto con lui è stato fondamentale per la nostra crescita professionale, e lo è tutt’oggi. La sua passione, dedizione, e il rigore con cui lavora sono per noi dei punti fermi. Steven è sicuramente una delle “voci interne” che guida il nostro operato. Gli rendiamo omaggio e ve lo presentiamo, sia professionalmente che umanamente, attraverso una breve intervista in cui ci racconta i passaggi più importanti della sua carriera nell’ambito della plusdotazione.

Tra i suoi libri più recenti, troviamo Serving the Gifted (2013; Routledge) e Essentials of Gifted Assessment (Wiley; 2015). Ha curato L’APA Handbook on Giftedness and Talent (2017) e dello Springer's Handbook of Giftedness in Children (2018, seconda edizione), e con Tracy Cross e Maureen Neihart, ha curato il testo The Social and Emotional Needs of the Gifted: What do we Know? (2015). Recentemente è stato editor ospite di un numero speciale sulla plusdotazione apparso nella rivista di settore Psychology in the Schools

 

I suoi indirizzi web: 

https://steven-pfeiffer-psychology.com

 www.GiftedAssessmentInsights.com

 

Cosa ti ha portato a lavorare nell’ambito della plusdotazione?

La mia carriera nel campo della plusdotazione è stato un percorso tutt’altro che lineare! Pensa che da giovane mi ero prefissato di diventare un chirurgo cardiovascolare pediatrico. Durante gli anni del college, il mio obiettivo di carriera si è spostato dalla medicina alla psicologia clinica. Mi immaginavo come Bob Newhart nella sitcom degli anni ‘70 "The Bob Newhart Show": uno psicologo in uno studio privato, sposato con una persona intraprendente come l’attrice dello show (Suzanne Pleshette), che trattava pazienti deliziosamente nevrotici!

Nonostante la mia tesi di dottorato alla University of North Carolina-Chapel Hill (UNC) si sia focalizzata sulla creatività, e sia stata svolta sotto la supervisione di James Gallagher, direttore del Frank Porter Graham Childhood Development Center, e figura di spicco nell’ambito della gidftedness; a quel tempo, non avevo idea che avrei lavorato nel campo della plusdotazione. Dopo aver lasciato la UNC, ho completato un postdoc in psicologia clinica a New York, e ho iniziato una carriera clinica in università, lavorando con i bambini e le famiglie. Nelle mie prime ricerche e pubblicazioni mi sono occupato di psicologia clinica e pediatrica, e non di plusdotazione. 

Il passaggio della mia carriera verso lo studio della plusdotazione è avvenuto in maniera del tutto fortuita. Sono stato reclutato dalla Duke University per la posizione di Direttore Esecutivo del programma per ragazzi plusdotati: il Duke TIP. Avevo già ricoperto un ruolo simile presso la Fondazione Devereux in Pennsylvania, dove ero in carica come Direttore Esecutivo del loro Istituto di Formazione e Ricerca Clinica. Anche questa esperienza non si è concentrata in modo specifico sulla plusdotazione, ma ho fatto una grande esperienza nell’ambito del management e nelle abilità di leadership! Ho inoltre avuto esperienze cliniche, didattiche e di ricerca. Avevo anche dei legami con l’UNC e con la comunità accademica della Duke - incluso James Gallagher alla UNC e Bill Bevan alla Duke- che era stato rettore della Duke, collega di Julian Stanley alla Johns Hopkins, e fondatore del programma Duke TIP. Queste influenze mi hanno probabilmente fornito l’inaspettata opportunità di trasformare il mio percorso professionale, dal campo della salute mentale al mondo della plusdotazione. Ora, guardando indietro i miei oltre 40 anni di carriera (oggi sono in pensione e mi sono ritirato dalla parte più impegnativa del mio lavoro all’Università e lavoro solo part-time come relatore e consulente) posso affermare che quel cambiamento di rotta verso il mondo della plusdotazione, è stata una meravigliosa, seppur impegnativa, “trasformazione”. Ho amato e amo il mio lavoro nel campo della giftedness e del talento. La verità è che non ho mai abbandonato la mia precoce identificazione come psicologo e clinico (Pfeiffer, 2009); la mia passione è rimasta quella di dedicarmi a comprendere come sviluppare nei bambini, compresi i bambini dotati, la salute psicologica e il benessere, accompagnandoli verso il successo nella vita.

 

Qual è stato il momento decisivo del tuo percorso professionale?

Sicuramente il passaggio da una carriera come psicologo in un Dipartimento di Pediatria in un grande centro medico di cure specialistiche a Ochsner (Pfeiffer, 1986), e come Direttore della Ricerca e della Formazione Clinica in un importante istituto psichiatrico a Devereux, alla mia posizione al programma Duke TIP. È stata una grande trasformazione professionale. Lo è stata veramente! Mi sono immerso rapidamente nel mondo della plusdotazione. Ho letto tutto ciò su cui sono riuscito a mettere le mani, e che è stato pubblicato sul tema della giftedness, dell’elevata abilità e dello sviluppo del talento. Ho iniziato a partecipare alle conferenze della National Association for Gifted Children (NAGC), e alle conferenze sulla plusdotazione, incontrando e confrontandomi con esperti riconosciuti nel campo della giftedness. Ho iniziato a pubblicare le mie ricerche sulla plusdotazione (per esempio, Pfeiffer, 2001, 2003). Mi ci sono voluti ben cinque anni per essere completamente “al passo con i tempi”. 

Durante quel primo anno, ho trascorso molto tempo a stretto contatto con le molte centinaia di studenti dotati che frequentavano il programma estivo del campus Duke TIP, affettuosamente chiamati “TIPsters”. Ho frequentato i loro corsi universitari avanzati, ho incontrato i loro insegnanti e i consulenti delle loro residenze. Ho parlato con molti dei loro genitori. In altre parole, durante il mio primo anno come Direttore Esecutivo del Duke TIP, mi sono immerso nel campo intellettuale, sociale, emotivo, e anche spirituale dello studente eccezionalmente dotato! È stato un periodo decisivo dal punto di vista della mia scelta di carriera.

 

 

Nei tuoi seminari e nelle tue conferenze ti confronti spesso con studenti, genitori e insegnanti. Quali sono le sfide che hai incontrato attraverso questo tipo di lavoro?

Una delle cose più gratificanti e soddisfacenti che continuo a svolgere nella mia carriera - oltre al mio lavoro di terapeuta - è condurre seminari, tenere conferenze a genitori, insegnanti e professionisti. Ho tenuto circa 200 conferenze qui negli USA e a livello internazionale. Amo questo lavoro, soprattutto l’opportunità di interagire non solo con persone che condividono la tua passione per un argomento, ma anche di imparare dal pubblico. Ho scoperto nel corso degli anni, nei seminari tenuti a Los Angeles, Città del Messico, Florida, Hong Kong, Singapore, Canada, New York, Israele, Texas, Repubblica Ceca, Francia, Kentucky, Inghilterra, Italia e molti altri luoghi, che è necessario essere umile, senza pretese, rispettoso, cortese, e un buon ascoltatore per essere efficace ed essere accolto. Anche se si è invitati come “autorità” a parlare e a condividere la propria esperienza con il gruppo, non si può tralasciare il fatto che quasi tutti nel pubblico abbiano qualche esperienza e un’opinione (alcuni anche un po’ forte!) sull’argomento di cui si sta parlando. Questa è stata una sfida e una lezione importante che ho imparato negli anni, mentre diventavo più esperto e competente come relatore.

Una seconda sfida è quella di trattare solo argomenti di cui hai notevole esperienza, e una profonda conoscenza e competenza! È allettante essere invitati a parlare su una grande varietà di argomenti. Nella mia carriera ho trovato importante limitare i miei interventi ad argomenti su cui mi sento pienamente competente e autentico.

 

Quali sono gli studiosi che hanno esercitato il maggiore impatto sul tuo pensiero e sul tuo modo di agire come psicologo clinico esperto in plusdotazione?

Sono molte le persone che hanno influenzato la mia crescita professionale e hanno avuto un profondo impatto sul mio pensiero e sul mio lavoro. Sarebbe davvero arduo generare una lista senza omettere inavvertitamente molte influenze importanti e ispiratrici. D’istinto mi vengono subito in mente: Ray Rainville (teorie della personalità e filosofia della scienza), Louis Hsu (statistica e strumenti di misurazione), Sir Michael Rutter (psichiatria infantile, prevenzione, resilienza), Andy Burka (molto di ciò di importante che ho imparato come terapeuta), Daniel Goleman (la mia precoce esposizione all'Intelligenza Emotiva e le mie idee sui “punti di forza del cuore”), Irvin Yalom (psicoterapia esistenziale e sul sé del terapeuta), l'intero team multidisciplinare del Child Development Center dell'Ochsner Hospital, Mikel Csikszentmihalyi (teorie sul flusso e l’ottimizzazione dell'esperienza umana), Robert Sternberg (pensare “fuori dagli schemi”), James Gallagher (che mi ha introdotto alla plusdotazione), Jack Naglieri (sviluppo di test), James Webb (un modello, un leader composto, calmo e senza fronzoli), Anders Ericsson (brillante collega, e, anche se non ero d’accordo con le sue idee sull’abilità, che ho molto rispettato), Alan Kaufman (test di intelligenza e grande sostenitore del mio lavoro), Maureen Neihart (ha supportato il mio anno sabbatico a Singapore, ed è una collega vicina e fidata), Rena Subotnik (ha sfidato lo status quo e mi ha introdotto allo sviluppo del talento a un convegno del Duke TIP), e tutto il mio staff sia all'Insitute of Clinical Training and Research a Devereux , sia i colleghi del programma Duke TIP.

 

A cosa stai lavorando in questo momento?

Continuo ad essere molto interessato all’apprendimento socio-emotivo - quelli che nelle mie riflessioni ho chiamato i “punti di forza del cuore”- e a comprendere come genitori ed educatori possano sostenere e migliorare la salute mentale e il benessere dei bambini e dei giovani, compresi quelli ad altissimo potenziale e di talento. Gran parte delle mie ricerche, delle mie publicazioni e dei miei seminari, infatti, si focalizzano sulla valorizzazione dei “punti di forza del cuore” (Pfeiffer, 2017). Sono anche molto interessato alla telepsicologia, e alla valutazione dell’efficacia degli interventi psicoeducativi che prevedono l’uso di smartphone per promuovere il benessere e la resilienza tra i bambini a rischio di difficoltà psicologiche. Con un mio studente sto pubblicando una meta-analisi sull’efficacia dei programmi di salute per i giovani che prevedono l’utilizzo degli smartphone. Abbiamo in programma di avviare una serie di studi sull’efficacia e l’utilizzo di popolari applicazioni per smartphone per la salute mentale dei bambini gifted.

Infine, l’imminente pubblicazione delle mie nuove Scale di Valutazione per la Plusdotazione (GRSTM 2), riviste e standardizzate, mi ha dato l’opportunità di imparare molto dal brillante team di ricerca di MHS, e di investigare la validità, l’accuratezza diagnostica, la precisione e l’utilità del mio nuovo strumento. 

 

 

 

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