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11/2/2020

Un importante insegnamento appreso lavorando con i bambini plusdotati e creativi.

di Steven I. Pfeiffer PhD, ABPP
Professor Emeritus, Florida State University

Adoro leggere storie di giovani prodigi che crescono e diventano adulti creativi e di grande successo. Tutti noi conosciamo le storie avvincenti dei Mark Zuckerberg, i Bill Gates e le Lady Gaga sparsi nel mondo. Queste storie, commoventi e sorprendenti, caricano noi, grandi appassionati di plus-dotazione e talento, di tanto entusiasmo per la professione che svolgiamo: l'individuazione e il supporto di bambini e giovani intellettualmente precoci.

Da 40 anni lavoro nell’ambito della plusdotazione e ho avuto a che fare con una grande varietà di setting e di situazioni. Sono stato consulente di molti bambini brillanti e creativi, dei loro genitori, nonché di diversi insegnanti e di tutor di studenti estremamente precoci. Durante la mia esperienza accademica ho tenuto un corso sulla psicologia della plusdotazione e diretto un laboratorio di ricerca attiva sui bisogni sociali ed emotivi e sulle singolari sfide che questi bambini devono affrontare. Ho anche ricoperto il ruolo di direttore esecutivo del programma TIP per la plusdotazione presso la Duke University negli U.S.A. Il TIP offre progetti accademici caratterizzati da ritmi elevati, rigore e forte impegno intellettuale, specifici per alcuni dei nostri adolescenti più brillanti.

Nel corso della mia carriera ho potuto trarre un insegnamento particolarmente importante: a questi bambini sviluppare il talento richiede molto più che non il solo possesso di una “semplice” intelligenza straordinaria, molto più di quello che sono solito citare nei miei scritti, ossia i "punti di forza del cuore” e i "punti di forza della mente". Mi spiego meglio. Quando si ha a che fare con giovani studenti di talento, bambini-prodigio inclusi, solo a posteriori è possibile intravedere la probabilità di risultati eccezionali, come ad esempio quel che è accaduto ai tre vincitori di quest'anno del Premio Nobel per la medicina 2019, William Kaelin, Jr., Peter Ratcliffe e Gregg Semenza. Chi infatti avrebbe potuto prevedere, all'inizio della loro esperienza accademica, che questi tre scienziati, rispettivamente delle Università di Harvard, Oxford e la Johns Hopkins, avrebbero fatto la rivoluzionaria scoperta che il rilevamento dell'ossigeno è fondamentale per un gran numero di malattie? La stessa domanda vale per Maryam Mirzakhani, la prima donna a vincere il premio più prestigioso in matematica, la Fields Medal. La verità è che parecchi studenti, segnalati come plusdotati da giovani, si sono poi rivelati senza uno speciale, unico o straordinario talento una volta adulti. Non tutti i piccoli super intelligenti diventano poi uno Stephen Hawkins o uno Steven Spielberg.

Trovo anche singolare il fatto che molti bambini, pur valutati dai migliori strumenti di identificazione, oppure in base alle relazioni dei loro insegnanti, non siano stati riconosciuti come plusdotati da piccoli, ma siano invece sbocciati in ritardo e ora, da adulti, ci stupiscono con straordinari risultati, invenzioni e prestazioni eccezionali! Proviamo a pensare a Giuseppe Verdi, che ha abbozzato le sue idee per la composizione dell’Otello all'età di 73 anni. E che dire del famoso scrittore di romanzi polizieschi, Raymond Chandler, che scrisse il suo primo racconto all'età di 44 anni e solo dopo aver perso il lavoro durante la Grande Depressione? L’insegnamento che si può trarre da tutto ciò è che nella vita non è sempre facile prevedere chi raggiungerà il suo pieno potenziale, compresi i fantastici bambini-prodigio. Inoltre, nell'algoritmo che dovrebbe individuare esattamente coloro che finiranno per percorrere la maggior distanza e raggiungeranno i picchi più elevati della loro ipotetica traiettoria di successo, entrano in gioco molti fattori non strettamente legati all’intelletto!

Ciò a cui voglio arrivare è che il pieno sviluppo e la realizzazione dei talenti ai massimi livelli richiedono, in quasi tutte le professioni e settori, molto più che un'alta dotazione intellettiva. Perché sono necessari tempo e sacrificio, quel che i cinesi a ragione chiamano "chi ku", ossia "mangiare amarezze". In realtà, per lo sviluppo dei migliori scrittori, scienziati, chirurghi, psicoterapeuti, investigatori, insegnanti, artisti, leader politici ecc. sono necessarie: un'enorme quantità di pratica, notevole pazienza e perseveranza, grande tolleranza alla frustrazione. E per raggiungere i massimi livelli in qualsiasi campo servono anche una buona dose di ambizione ad eccellere nel campo prescelto e adulti disponibili al supporto, come fonte di ispirazione e modello di vita.

Questa è l’importante lezione che ho imparato nei miei 40 anni di esperienza nel lavoro con i bambini plusdotati e creativi.

 

Il Post pubblicato il 24 Ottobre 2019 è tratto dal sito www.GiftedAssessmentInsights.com, è stato tradotto e riadattato su autorizzazione dell’autore. 

Si ringrazia la Dott.ssa G. Ronchi per il supporto alla traduzione.

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